Casa Toti Truniger
,
Suisse
Publié le 30 juillet 2018
Guidotti Architetti SA Studio d' Architettura
Participation au Swiss Arc Award 2018
Données du projet
Données de base
Données du bâtiment selon SIA 416
Description
La casa è pensata come un enorme pergola che occupa la totalità della parcella disponibile. In questo modo gli spazi interni ed esterni si fondono in un tutt’uno e il nuovo volume non entra in nessun modo in conflitto con gli ami giardini occupate da ville ottocentesche che caratterizzano il quartiere.
Il quartiere di Ravecchia presenta oggi una tipologia urbana tipica dei quartieri Borghesi di fine ‘800./ inizio ‘900. Le ville sono posizionate al centro del terreno senza un’orientazione predominante e sono immersi in grandi giardini quasi sempre generosi di vegetazione.
La forte penuria di terreni liberi e la conseguente esplosione dei loro costi - fattori sommati alla pressione edilizia esercitata in questi tempi su tutto il territorio Ticinese – rischiano di modificare in modo consistente la fragile struttura urbana di quartieri come questo. I proprietari sono infatti sempre più spesso spinti a scorporare dalle loro proprietà parti significative di terreno per venderle a terze persone intenzionate a costruirvi la propria casa. Il pericolo di questo processo di trasformazione potrebbe avere come conseguenza ultima quella di trasformare questi quartieri in più banali quartieri di casette a schiera dove a variare, rispetto ai precedenti, è il rapporto tra vuoto e pieno con il primo in netta diminuzione rispetto al secondo. Il giardino si riduce ad un’inutile striscia di pochi metri tutt’attorno alla casa.
La soluzione facilmente immaginabile in un primo tempo dai committenti va quasi inevitabilmente nella direzione indicata sopra. Le distanze dai confini sono i minimi legali e l’ altezza del nuovo fabbricato, per poter garantire i contenuti richiesti, sfrutta il potenziale massimo permesso da piano regolatore.
Come si può facilmente intuire, l’insieme generale che ne consegue, è piuttosto contradditorio rispetto alle caratteristiche fondamentali del quartiere circostante. Il nuovo volume cosi inserito comincerebbe a creare una serie di abitazioni giustapposte le une alle altre che intrattengono con il proprio giardino un rapporto atipico, per questa zona, di frontalità. Gli spazi tra le case diventano semplici distanze legali e le facciate che vi si affacciano, inevitabilmente, diventano facciate laterali.
Se questo aspetto potrebbe anche essere gestito in maniera architettonicamente corretta nel nuovo progetto ancora da eseguire, sarebbe però contradditorio e nocivo per le costruzioni preesistenti che si orientano in modo anche importante su questo spazio attualmente vuoto.
La soluzione proposta cerca di dare una risposta alternativa. Il quesito che ne regge l’intero sviluppo non è tanto quello di capire come introdurre un nuovo volume costruito ma piuttosto quello di capire se è possibile, pur edificando la totalità del programma richiesto dal committente e permesso dal piano regolatore, mantenere un grande giardino che non entri in concorrenza volumetrica con le preesistenze ma che riesca piuttosto a incrementare il verde tra i volumi esistenti.
Per questo motivo il progetto è pensato come un grande giardino pensile dove l’architettura vera e propria della casa - articolata su di un solo piano e staccata dai confini da un vuoto superiore a quello imposto da piano regolatore – è coperta da vegetazione. L’intera proprietà diventa spazio abitato ed è pensata come una grande pergola la cui copertura verde si divide tra tetto giardino (zone interne riscaldate) e piante rampicanti (spazi verdi esterni)
Gli ambienti interni della casa sono completamente aperti sul giardino e lo spazio è chiuso da un “muro verde” fatto di pinte rampicanti che servono in egual modo per garantire la privaci nei confronti del vicinato e ombreggiare gli spazi esterni. La scelta di aumentare lo spazio esterno tra confine e abitazione fino a renderlo identico per dimensione allo spazio interno, serve per affermarne l’importanza e renderlo gerarchicamente simile a quello abitativo. In questo modo lo spazio visivo interno si dilata e l’intera parcella diventa casa.